30 aprile 2011 – A che punto è la notte? Con questo interrogativo tratto dal Macbeth di Shakespeare ha aperto ieri i battenti il Capri Trendwatçhing Festival 2011. Nella sala del Grand Hotel Quisisana, che porta la firma prestigiosa di Giò Ponti; alla presenza di un parterre di imprenditori, creativi, intellettuali e giovani si è parlato di nuove tendenze alla luce dell’attuale crisi. Ad aprire la seconda edizione del festival, organizzato dalla Fondazione Capri, è stato il presidente Gianfranco Morgano, che ha voluto sottolineare ché l’iniziativa è specificamente rivolta ai giovani in un luogo come Capri che da sempre fa tendenza e crea filosofie e stili di vita. «In un momento di crisi globale dei consumi e del mercato – ha detto quindi la curatrice Elena Marinoni – per attuare delle strategie di sopravvivenza, abbiamo chiesto a degli esperti di guidarci verso un varco di luce, difatti di notte si ha meno paura se non si è soli».
Così in questi tre giorni di lavori ci guidare il tavolo delle conferenze si alterneranno nomi prestigio si della cultura, dalla sociologia all’antropologia, dall’architettura al design, come Alberto Abruzzese, Ross Lovegrove, Franco la Cecla, Vanni Pesca, Jodi Turner, Marc Augé, che proporranno le loro soluzioni alla crisi, elaborate in una mappa aggiornata in progressione. La Marinoni ha spiegato che il campo di osservazione dei trendwatcher ed urbanwatcher in cui sono state effettuate le ricerche sulla crisi, attraverso la metodologia dell’etnografia urbana, è quello europeo.
Fare «trendwatching» vuol dire acuire la vista, cogliere la discontinuità che può facilmente divenire una tendenza vera e propria. Le segnalazioni arrivate dagli urbanwatcher di quest’anno sono oltre 200 arricchite da una ricerca desk e da una serrata attività di netscouting. E in linea con il tema del convegno è stata la volta del massimo geografo italiano Franco Farinelli, che con relazione su «LaMappa e la Sera, tra globalità e globalizzazione» ha offerto un suo punto di vista sulle possibilità di costruire una mappa «altera» del futuro per arrivare all’alba di un nuovo giorno. Dati quantitativi confrontati con altri qualitativi che hanno segnalato diversi nuovi trend. Si è parlato dell’Austerity, una nuova sobrietà volontaria, non sempre deprivativa nei meccanismi di consumo, oppure dei Nuovi Lussi come il caso del maggiordomo ecologico di Londra che offre tour guidati green della città; o del Berlin lifestyle assistent, il consulente personale che ti libera di tutte le incombenze organizzative quotidiane.
Un altro dei trend emersi è stato l’Underworlds rappresentato dal clochard guida turistica a Londra oppure dagli spazi “smart welfare” olandesi, luoghi urbani trasformati in spazi abitativi low cost. Trai vari nuovi trend anche il Recyde caratterizzato dalla rigenerazione e riqualificazione di vecchi materiali come processo creativo, un esempio di essi ne sono i laboratori di riparazione di Rotterdam o di Utrecht volti alla produzione di materiali con oggetti di scarto oppure a Napoli del riciclo dei capi griffati rivenduti a boutique vintage; un altro trend è l’Indulgence, come il gelato fatto con il latte materno a Londra o la bellezza curvy lanciata da Vogue Italia.com come revisione dei modelli di bellezza. Ultimo fra i trend trattati nella giornata di ieri il New-dada rappresentato dai flash-mob: mobilitazioni lampo senza obiettivo definito per impressionare i passanti, Acts of random Kindness, ovvero gesti di gentilezza inattesi. La prima giornata si è chiusa con un faccia a faccia sul tema del lusso «Lusso vs low cost»: a moderare il dibattito è stato il sociologo Alberto Abruzzese. Sono intervenuti Martina Cusano, Danilo Venturi e Tonino Cacace, vicepresidente Fondazione Capri e membro di Altagamma; I lavori continueranno oggi, fra i massimi ospiti è atteso l’etnologo Marc Augè.
Mariano Della Corte