3 maggio 2011 – Il Capri Trendwatching Festival 2011 organizzato dalla Fondazione Capri, presieduta da Gianfranco Morgano, si è aperto con l’interrogativo, oggi attualissimo, estratto dal Machbeth di Shakespeare, “A che punto è la notte?”. Le ragioni del quesito alla base degli incontri del Festival, giunto alla sua seconda edizione, sono state illustrate da Elena Marinoni, la studiosa, e designer, curatrice della kermesse, che nel suo intervento di apertura ha spiegato l’importanza di guardare alle strategie di sopravvivenza alla crisi attraverso i nuovi trend, in un momento di crisi globale dei consumi e del mercato.
Le oltre 200 segnalazioni arrivate quest’anno dagli urbawatcher hanno visto come campo di ricerca tutto il territorio europeo e sono state arricchite da una ricerca Desk, frutto del lavoro di uno staff di ricercatori del GPF, un istituto di ricerca e consulenza strategica sul cambiamento sociale, i consumi e la comunicazione. Tra i nuovi trend di risposta alla crisi si è parlato dell’Austerithy, una nuova sobrietà volontaria, dei Nuovi Lussi come il caso del maggiordomo ecologico di Londra che offre tour guidati green della città, del trend Underworlds, rappresentato dal clochard guida turistica a Londra oppure dagli spazi “smart welfare” olandesi, luoghi urbani trasformati in spazi abitativi low cost. Sul filone delle nuove economie verdi si è discusso ampiamente del trend Recycle, caratterizzato dalla rigenerazione e riqualificazione di vecchi materiali come processo creativo, un esempio ne è ravvisabile nei laboratori di riparazione di Rotterdam o di Utrecht volti alla produzione di materiali con oggetti di scarto oppure a Napoli nel riciclo dei capi griffati rivenduti a boutique vintage. Nelle tre giornate di Festival sono intervenuti a Capri i maggiori esperti e studiosi dei nuovi trend, dal design alla moda, dalla socilogia all’etnoantropologia, dal web-marketing alla green-architecture .
Il teatro del Grand Hotel Quisisana, sede del Festival, ha visto éosì avvicendarsi in tribuna personaggi del calibro di Franco Farinelli, il massimo geografo italiano; Alberto Abbruzzese, sociologo di fama internazionale, ordinario di Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi presso l’Università IULM di Milano; Jodi Thrner, di Culture of Future, autorità internazionale nel campo delle strategie di marketing; Maurizio Decina, ordinario di Telecomunicazioni presso il Politecnico di Milano; Fabrizio Valente, cofondatore di Trends Lab, istituto specializzato sulle tendenze ed oggi alla guida di Kiki Lab, laboratorio di Retail a 360°. Dal mondo del sociale e del web si è passati poi all’etnoantropologia attraverso le parole di un grande interprete della contemporaneità come Marc Augé, l’etnologo-antropologo francese di fama mondiale che ha incentrato il suo intervento sul tema da lui ampiamente analizzato dei non-luoghi, spazi creati artificialmente quali aeroporti, alberghi, centri commerciali, supermercati dove è difficile incontrarsi, conoscersi e sviluppare relazioni.
Un rischio in cui incorrono anche le località turistiche che entrano facilmente in un circuito di usura da parte del mercato. Gli elementi che più harmo segnato il Festival di quest’anno sono arrivati però dal mondo del design, a partire da Konstantin Grcic, uno dei più influenti designer al mondo che diplomatosi come falegname ha continuato i suoi studi fino a laurearsi al Royal Collage of Arts di Londra ed aprire a Monaco il suo atelier da cui ha dato estro alla sua vena creativa. Grcic, che è stato insignito del prestigioso premio di “designer of the year” 2010 a Miarni, oggi è uno massimi esponenti del design moderno, con creazioni esposte nei musei di tutto il mondo, come la lampada Mayday; che fa parte della collezione permanente del MOMA a New York. Di grosso impatto sul pubblico è stato infine l’intervento del genio del design, Ross Lovegrove, una delle firme più affermate della creatività internazionale che ha presentato a Capri la sua tecnica innovativa ispirata al green, ad un’ oggettistica avveniristica creata ad hoc con materiali sperimentali nel suo studio, organizzato come una navicella spaziale, in cui si fa interprete delle nuove tendenze attraverso un design sostenibile ed etico.
A chiudere l’edizione del Trendwatching Festival 2011 è stata la curatrice Elena Marinoni, che a conclusione dei vari interventi ha ripreso l’obiettivo iniziale del Festival di creare una mappa alternativa alla crisi, sostenendo che con il cambiamento del punto di vista è possibile intervenire in maniera strategica sul presente e risolvere anche i nodi difficili e problematici della crisi economica che incombe in tutto il globo. La Marinoni in chiusura dei lavori nel dare appuntamento alla prossima edizione del Festival ha voluto ringraziare il presidente Morgano, il vicepresidente Cacace e tutti i soci delle Fondazione Capri, ente organizzatore del Festival, gli special guest che con i loro contributi hanno dato lustro all’evento, gli imprenditori, i soci e gli ospiti che hanno assistito alle giornate e più di tutti i giovani studenti delle scuole ed università che hanno preso parte attiva ai laboratori e ai lavori che si sono tenuti nella prestigiosa sede del Quisisana.
Mariano Della Corte