Estate 2011 – Cinquanta stampe in bianco e nero provenienti dal prestigioso Estate List di Amburgo. Cinquanta scatti del grande Herbert List, una selezione perfettamente in grado di evocare l’unitarietà della sua opera che, appunto, è una, solida, densa e compatta.
All’interno della III edizione del Festival della Fotografia di Capri organizzata dalla Fondazione Capri, come il titolo dell’esposizione “Mediterraneo. Un’antologia per immagini” facilmente evoca, ci si concentra su un’area geografica alla quale List ha dedicato molto spazio, rendendola protagonista del proprio immaginario e declinandola secondo tutti i principali temi della sua ricerca. Dopo essersi focalizzato sulla Grecia, tra il 1937 e il 1939, List si sposta in Italia, dove sono specialmente il Centro e il Sud a catturarne lo sguardo attento: nel 1955 dedica un libro a Roma e, nel 1962, a Napoli. Successivo è l’interesse per la Sicilia, prima, e per Capri, poi.
Nel Sud Italia, il fotografo tedesco scopre i termini opposti e complementari di quella che per lui è una sorta di arcadia: antichità e paesaggio, cultura e natura. D’altra parte, anche molti dei riferimenti culturali di List hanno radici italiane, come la Metafisica di De Chirico e il Neorealismo, caratteristico della rinascita artistica italiana in seguito alle aberrazioni del conflitto mondiale. Sembra provenire proprio dalla Metafisica l’interesse per l’antichità e lo svelamento dell’enigmaticità del reale, mentre il Neorealismo va a inserirsi nel suo lavoro grazie allo specifico interesse nei confronti dell’ambiente naturale di cui si restituiscono allo stesso tempo magia e crudezza. Nel lavoro di List mare, sabbia, pietra e sole del Mediterraneo sono rappresentati al massimo grado di purezza; tuttavia, il rigore estremo della rappresentazione deve la sua efficacia proprio alla pulsione intima e viscerale che egli prova verso ogni soggetto che ritrae. La ricetta che fa dell’opera di List un classico del moderno è esattamente questa sua capacità di mantenersi in equilibrio, a cavallo tra severità e passionalità, superando, in un certo senso, l’apparenza di questo contrasto.
Il lavoro di Maurizio Galimberti sembra essere un naturale innesto a quello di List, di cui ripercorre luoghi e stili che trasforma grazie alla sua prospettiva in un percorso di sperimentazione e ricerca artistica. La mostra di Galimberti, comasco dallo sguardo rigoroso, è la prima delle molte che la Fondazione Capri realizzerà nei prossimi anni, ognuna delle quali dedicate a un autore diverso per raccontare l’isola in modo sempre nuovo, a partire da punti di vista eterogenei. Galimberti, dal canto suo, ha guardato l’isola in tre diversi momenti, corrispondenti a tre delle quattro stagioni: inverno, primavera ed estate.
La prima serie è quella che in maniera più specifica è omaggio all’arte di List , poiché immortala il fascino dei medesimi panorami silenti ed eleganti. I ritratti di mare e natura secondo prospettive inconsuete, oggetto di una visione intima e riservata, sono realizzati con materiale Polaroid in bianco e nero, mentre è la tecnica dei mosaici a caratterizzare la seconda serie, dedicata alla primavera: grandi fotografie, alcune delle quali composte da 200 scatti in Polaroid assemblati tra loro. In essi, palese è la capacità di Galimberti di trasmettere il ritmo e lo charme delle architetture e dei belvedere disseminati sull’isola. Infine, la serie “estiva” è dedicata a immagini uniche, ritratti, interni di case e, nuovamente, paesaggi incantevoli che i colori della fotografia istantanea, qui in grande formato SOx60, sanno restituire con grande intensità.
La mostra, curata da Denis Curti – Direttore della sede milanese di “Contrasto” e vicepresidente della Fondazione Forma – inaugurata lo scorso 9 luglio nel meraviglioso scenario della Certosa di San Giacomo, si protrarrà fino al 4 settembre, con ingresso libero dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 14 e, nel pomeriggio, dalle 17 alle 20.
Nathalie Besostri
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