Nella mappatura mondiale esistono paesi (pochi) che economicamente se la passano bene, mentre altri (molti) stanno tutt’oggi patendo la crisi. Da una vedetta di charme come l’isola delle sirene, anche ‘consigli per gli acquisti’ eco-sostenibili e solidali.
A che punto è la notte? Che, mettendo da parte sia il Macbeth di William Shakespeare che il romanzo di Fruttero & Lucentini, nello specifico significa: a che punto è la cri si? Quella soprattutto dell ‘Occidente (Europa ed Usa) e dell’Oriente avanzato (Giappone) perché esistono diversi altri Paesi del mondo (Cina, India, Brasile) che non stanno dibattendosi tra le tenebre degli incubi economici e delle contrazioni dei consumi: al contrari o, non sono mai stati bene come adesso.
Sullo spettro della decrescita (che, per un’associazione sempre più popolare, è invece “felice”) del Vecchio Continente si è di recente focalizzata, presso il teatro Quisisana di Capri, l’attenzione dell’annuale osservatorio sulle tendenze della contemporaneità organizzato da Elena Marinoni per l’eclettica Fondazione Capri (www.fondazionecapri.i t), nata da un gruppo d’imprenditori di Capri e Anacapri, allo scopo di valorizzare e tutelare il patrimonio storico-artistico dell’isola e nel contempo produrre e diffondere cultura sul territorio.
Per il citato osservatorio caprese sono state utilizzate come fonti le elaborazioni di Tomorrow Now e dell ‘isti tuto di ricerca Gpf (che, per le indagini, utilizzano appunto il metodo del trendwatcbing, da qui il nome del festival-consesso isolano, cioè l’osservazione di stili di vita e di comportamenti sociali da parte di cosiddetti urban watcbers di città- chiave europee). Tramite il trendwatcbing si ipotizza a grandi linee come evolverà la società, e, di conseguenza, gli atteggiamenti dei consumatori e i loro acquisti.
Tra i ‘comportamenti’ che sono stati registrati come significativi c’è tra gli altri il Recycle, vale a dire la ri-qualificazione, la ri -generazione, la ri-parazione, la ri-significazione dello scarto, in breve la trasformazione di rifiuti in ‘preziosità’, al fine di produrre oggetti finalmente ‘risorti’. In sostanza, la sostenibilità come innovativo e intelligente ‘lusso’ verso cui gli italiani si ritrovano decisamente favorevoli (il 64,2 % ha acquistato prodotti riciclati), ritenendo che, nel prossimo futuro, gli acquisti in questo senso andranno ad aumentare sensibilmente.
E, guardando alle città europee più di tendenza, si scopre che a Barcellona, per esempio, hanno messo in piedi Reparat milor que nou, accademia di auto-riparazione per imparare a risanare da soli dalla tappezzeria di casa alla propria bicicletta; a Berlino hanno invece trasformato un’ex piscina comunale in uno spazio multi-uso dove si organizzano da pranzi & rinfreschi per matrimoni a esposizioni d’arte auto-gestite; ad Anversa si sono poi inventati il Life Cycle, una ong che rimette in sesto da utensili ad arredi ad abiti grazie all’apporto di persone con handicap o a disoccupati; a Utrecht hanno poi fatto decollare ARM, catena di negozi -officine di riparazione che vende a prezzi irrisori gli oggetti donati all’associazione, dopo averli ripuliti, aggiustati e controllati; mentre lo studio Hergebruik di Rotterdam è un atelier che vende arredi, oggettistica e bijoux ri-progettati da giovani designer con materiali di scarto; al Cafe Phil di Vienna ci si può invece sprofondare in divani e poltrone vintage ‘riaccomodati’, che sono anche in vendita, insieme a dischi, dvd, libri di seconda mano e servizi da tavola spaiati; Melbourne è infine sede di Lonely Planet, editore delle guide di viaggio più diffuse al mondo, in quanto ricchissime di suggerimenti low cost.
Ma a Napoli fanno persino di meglio: Bidonville, “associazione di chi ha voglia di riutilizzare, mantenere e rigenerare tutto”, organizza il 26 e 27 novembre prossimi l’annuale Fiera del baratto e dell’usato, mentre l’associazione Masaniello ha fatto nascere nel 2007 per i suoi associati Scec (acronimo di Solidarietà Che Cammina), ‘assegno’ a diffusione locale che non funge da moneta complementare, ma che si utilizza in percentuale con l’euro; in sostanza, è una riduzione di prezzo che i soci si fanno reciprocamente, peraltro prefiggendosi lo sviluppo di un circuito di economia locale preferenziale, che permetta di trattenere la maggior parte possibile della ricchezza prodotta dai suoi soci sul territorio. Insomma, delle economie ‘altre’, come ad esempio ZeroRelativo, community di scambio, riuso e baratto on line; Swap Club Italia, community in cui scambiare, barattare vestiti e accessori; il festival A veglia, cioè “a teatro con il baratto”, che da cinque anni si diffonde a metà settembre a Manciano, Marsiliana e Montemerano (Grosseto).
Olivia Cremascoli